News:

ATTENZIONE!!!
LE PASSWORD SONO STATE TUTTE RESETTATE!!! PROCEDERE CON IL RECUPERO INDICANDO LA MAIL DE FORUM WWW.XT600.IT

Menu principale

dalla val Tidone alla val d'Aveto - giro stradale

Aperto da Meissner, 24 Agosto 2016, 09:23:15

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

Meissner

E' sera, mi arriva un messaggio disperato dal mio amico Alp: Non ne posso più, che palle ... mi stanno triturando i c...., al lavoro tutto urgente, che palle!!!
Ehi, rispondo, quando lo stress è al massimo, si deve staccare la spina, se ti mangi il fegato, dopo puoi bere solo acqua!

Io mi prendevo un giorno di ferie, raccoglievo un paio di amici-colleghi e si partiva per giri dove si poteva stare tranquilli e sbollire il nervoso; al rientro con mente libera e fisico distrutto, si tornava al lavoro con spirito nuovo!
Ora da pensio, chiedete e si va!
Hai ragione, disse, ogni tanto si deve staccare la spina, devo imparare da te, mi piace la tua filosofia!

Dai, se domani è bel tempo, mi prenderò una giornata di ferie e al diavolo tutti! Dai prepara un bel giro, hai qualche idea di cosa fare?
Ehi Alp, mi cogli alla sprovvista, va bene, mi farò venire qualche idea malsana!

Sveglio mattina presto, albeggia, guardo il cielo, è sereno, una leggera foschia avvolge la  pianura, sicuramente si partirà!
Sentito Alp, facciamo una partenza soft, ore 9.15 più o meno, solito posto per incontro!
Ho studiato un bel percorsino su maps, speriamo di trovare le indicazioni necessarie! Visto che me la meni con Cerignale, stavolta sarà la volta buona!
Ho pensato ad giro che dalla Val Tidone ci porti in Val d'Aveto, discesa sul Trebbia, poi verso lo Staffora e ritorno al Brallo, Varzi e Pianello.
Mi sono fatto un road-book cartaceo e mi sono segnato tutti i numeri delle strade e i paesi più importanti, ho memorizzato tutto il percorso in testa.
Ho studiato percorsi alternativi su stradine poco trafficate tuttecurve?
Questa volta viaggio attrezzato, mi porto la cartina, tutt'Italia 1:500.000! Speriamo in bene! Vediamo quante cannate riesco a fare oggi!

Si parte, Alp con La Grisa (Alp 4)e io con Electric Blues (TTRE600), un'accoppiata vincente, tappa di trasferimento diretti verso Pianello Val Tidone, nonostante l'ora traffico demenziale di camion in entrambe le direzioni, non sono più abituato!
Incolonnati, massima attenzione, speriamo che non vadano tutti dalla nostra parte!
Dopo qualche bivio il traffico si dirada, ora sì che si va bene!
Arrivati a Pianello, ora devo indovinare la strada, via diretti verso Pecorara; fosse facile, naturalmente le indicazioni stradali le nascondono sempre!
Con la coda dell'occhio l'intravvedo, che culo, siamo sulla strada giusta.
Ehi Meissner, visto che teoricamente conosci la strada, vai avanti e fai da tracciante, e poi sulle curve te la cavi bene!

All'estero le strade sono ben segnalate con i numeri, nell'Oltrepo i numeri non esistono, e ora come l'indovino?
Avrei voluto fare una stradina che portava direttamente a Pecorara, e alla fin fine mi sono trovato a Mezzano Scotti.
Perché non facciamo il giro da Schiavi?
No, andiamo direttamente a Bobbio, altrimenti diventa lunga!
C'infiliamo sulla SS.45 della Val Trebbia, incredibile, traffico inesistente!
Nei w.e. è una strada impossibile, invece ora sembra di essere nel Deserto dei Tartari!

Bobbio, sosta tecnica, fammi fare quattro passi, ho bisogno di alleggerire il fondoschiena!
Ora il giro cosa prevede?
Brallo di Pregola via strada di Ceci!
Si risale verso il Penice, la strada è larga e scorrevole con asfalto in buone condizioni, salvo alcuni punti un po' sconnessi causa delle frane, tipico del territorio.
Al bivio ci si innesta sulla strada per Ceci, strada stretta, ben asfaltata, curve continue che non ti lasciano un attimo di respiro, all'inizio ti ritrovi in un folto bosco, poi la strada s'inerpica, esci dal bosco ed appare una stretta vallata con vista a volte inquietante.

Un incontro inconsueto, balzellando dolcemente mi attraversa la strada uno scoiattolo, salta il fossetto e sparisce nel bosco; arrivati a Ceci, la valle si addolcisce e riappaiono le coltivazioni e dal paese in fondo si vede uno squarcio di val Trebbia.
Percorrendo cautamente tra le prime case sparse, vedo sulla sinistra a bordo strada una macchia marrone, un pony, gli passo vicino e mi guarda sornione; Alp segue a distanza, il pony, visto l'intenso traffico, decide di spostarsi verso il prato dall'altra parte della strada e cloppete cloppete, con dovuta calma, attraversa, mentre sopraggiunge Alp, cazz ... porca puzzola, proprio ora dovevi attraversare!!! te venisse un cancher!!!  fiou... è andata bene, a momenti mi sarei fatto delle bistecche di pony!!!

Si attraversa il borgo e all'uscita in mezzo alla strada 2 macchie, una marrone e l'altra nera, occupano la strada, rallento, mi fermo, due cuccioli di cane riposano sulla strada, svogliatamente si alzano, e trotterellando lasciano libero il passaggio.
Grazie per la vostra solerzia e cortesia, lor signori!

Si prosegue arrivando a Pregola e si scende verso Brallo di Pregola, la strada si allarga, in alcuni punti è decisamente larga con curve continue  ma con asfalto scadente. Ahhh, le mie belle stradine!
Giunti a Brallo, sosta tecnica, quattro passi, un attimo di relax, poi si riparte si punta verso il fondovalle, 14 km di discesa, lasciati i borghi dopo Brallo, si entra nel bosco e la strada scende sinuosa, curve e tornanti, il mio pane!
Si arriva alla fin fine sulla SS.45 della val Trebbia, e ora per Cerignale, a destra o a sinistra? Boh!
Proviamo a destra!
Si percorre un tratto, la strada sale, si percorre circa un kilometro, sulla destra il fiume e a sinistra la montagna con pareti scoscese, mi sa che abbiamo sbagliato, mi sembra impossibile che da questa parte ci possa essere una strada che risalga queste  montagne, deve essere dall'altra parte, si cerca un punto favorevole con un po' di visibilità per l'inversione di marcia.
Si scende, e vai, e vai, ma dove cavolo sarà questo bivio? Ah, eccolo finalmente!

La strada sale ripida, tornante, rettilineo, tornante, rapidamente si guadagna di quota, il bosco s'infittisce, altre volte spuntano pareti rocciose che il bosco non è riuscito a colonizzare.
La strada sale ora dolcemente alternando a falsopiani e seguendo le piccole valli laterali; il cielo a volte si annuvola ma poi torna a risplendere il sole. 
Sarebbe anche ora di trovare un posto per fermarsi a mangiare, abbiamo ormai superato abbondantemente il mezzodì!

Andiamo avanti, vediamo di trovare un bel posto per la sosta. Si prosegue costeggiando a volte con tratti impervi i costoni rocciosi e altri dolcemente i declivi finché appare un borgo sovrastato da una rupe. Sembra un bel posto per fermarsi, inoltre il cielo è ritornato terso!

E' Cariseto e all'ingresso un cartello indicatore per il castello del XI secolo; una sosta è d'obbligo!
Parcheggiamo e iniziano i preparativi per il desinare.
Apro la borsa e porca puzzola mi si è bucata la lattina della bibita e da un sottilissimo buco esce la bevanda e ha impregnato i guanti di scorta e la borsa.
Svuota la borsa e controlla tutto il contenuto, fiuo ... menomale che la birra è salva!
Va bé, c'è una fontana vicina così potrò lavare la borsa e tutto quello impregnato.
La borsa la metto ad asciugare sullo specchietto, il resto sul portapacchi avvolto nella rete così non li perdo.
In effetti da mangiare non ne ho, ma se tre birre equivalgono ad un pasto e non hai ancora incominciato a bere, una birra può equivalere all'antipasto!
Fortuna vuole che gli amici hanno sempre qualcosa in più!

Iniziamo la salita, percorriamo le strade del borgo ben lastricate finché appare un esile sentiero che si perde tra i cespugli di fiori e si arriva quasi in cima, che faticaccia!
Sorpresa, c'è un tavolo con le panchine, hanno pensato proprio a tutto!
Lasciato tutto l'armamentario, ci dedichiamo alla visita del rudere; anche la passerella in legno non è in migliori condizioni!
La vista spazia sulla val d'Aveto, s'intravvede uno scorcio del fiume fiancheggiato dalla strada, e le montagne che fanno da corona con tracce di neve nei pressi della cima; dall'altra parte i dolci declivi su cui è appoggiato Cariseto.

Ai piedi della passerella un cartello racconta la sua storia, le origini, i proprietari, sembra che nell'anno 1167 vi aggi soggiornato anche l'imperatore Federico I di Svevia "il Barbarossa" provenendo da Lucca e diretto a Pavia per questioni logistiche.
Intorno all'anno 1550 il castello subì un attacco dei Genovesi e fu ridotto ad un rudere per i colpi subiti dalle bombarde.
Del rudere rimangono i basamenti di due torri cilindriche e il bastione che le collegava.
Alp superata la staccionata si avvicinò a ciò che rimaneva del bastione di sinistra e vedendo un buco valutò che si trattasse del pozzo per l'acqua, ma io, visto la storia propendevo per uso di latrina per gli attacchi di diarrea degli occupanti durante il bombardamento.

E' il momento di mandar giù qualcosa, ehi Meissner vuoi un po' di pasta?
Hai il tuo boccale?
Certo, è una dotazione fissa!
Così Alp mi riempe il boccale di penne al sugo; hai la forchetta? No, ma uso la lama dello svizzero!
E ora mi berrò una buona birra al sugo!
Quattro chiacchiere al bel sole, ma ora è il momento di rimettersi in marcia, abbiamo ancora tanta strada da fare!
Scendiamo alle moto, ormai è asciugato tutto, e ci rimettiamo in marcia.

La strada ora risale dolcemente, scollina e viaggia lungo la cresta erbosa, poi costeggia sempre in leggera salita i monti che la contornano, indi invece che scendere direttamente a Ottone, puntiamo su Orezzoli, la strada è sempre stretta ma l'asfalto è sempre buono.
Qualche kilometro dopo si lascia il piacentino e si entra nel genovese.
Lo stato delle strade cambia completamente, strade sporche con foglie e asfalto malandato; anche il tempo ci mette del suo, è cambiato ora nuvole nere coprono il sole e il clima rifresca.
Passando per Vicosoprano si scende sino alla strada della val d'Aveto e si punta su Rezzoaglio.
Il fondo stradale è pietoso. E' pur vero che i genovesi sono parsimoniosi, ma lasciare le strade in quelle condizioni!

Alp a Rezzoaglio mi ferma, ma non andiamo a S.Stefano?
No, pensavo di scendere verso Rovegno in val Trebbia e risalire verso Pey e scendere al Brallo!
Dopo Rezzoaglio il fondo stradale migliora e arrivati a Cabanne deviamo per Fontaningorda.
Risaliamo sino al passo della Fregola per poi scendere a Rovegno.
La strada dapprima stretta si allarga e con strada divertente si arriva al passo, sosta, foto, ci si guarda un po' attorno, è sempre freschino.
Si riparte, la strada è larga il fondo buono e la discesa è piacevole salvo qualche frana che non può mancare, giusto per ricordarci che siamo in Appennino!
Piacevolmente alla fin fine ci ritroviamo sulla statale della Val Trebbia.

Inizia il percorso di ritorno, direzione Piacenza; fino a quel momento avevamo incrociato solo tre auto e qualche sparuto ciclista!
E' tardo pomeriggio e si cominciano a vedere colonne di motociclisti con direzione Liguria.
Mi sa che fra poco sarà meglio trovare da rifornirsi, prima di entrare in riserva; a Ottone c'è un distributore di benza.
Chissà dov'è, ah, eccolo; sto per entrare mi si spegne la moto, cos'è successo?
chiede Alp, nulla, sono appena entrato in riserva.
Ripartiamo, passo allegro, vedo una deviazione per Zerba, ma dato che cercavo Pey, non do peso all'indicazione e proseguo allegramente; ma dove sarà questa deviazione?
Sono sulla sponda opposta della valle e non si vede nessuna cartello per una strada che risalga la sponda sinistra orografica, va be, andem avanti; finalmente un'indicazione, ma era la strada che avevamo disceso dal Brallo!
Sosta per rimettere insieme le idee; Alp mi dice, guarda che si doveva deviare per Zerba, ah!
Azz... è ben indietro, perché non mi hai avvisato?
Piccolo conciliabolo, tornare indietro diventa tardi, risalire direttamente al Brallo, la strada  non è bella, andiamo avanti e saliamo al Brallo da Lago, che è una stradina da sballo!

Il sole ora illumina il fondovalle mentre sulle cime persistono lugubre nuvole nere!
Continuiamo verso Marsaglia, la strada in alcuni punti è molto panoramica sul fiume Trebbia, giù, la in basso; vorrei fermarmi a fare qualche foto ma vi è poco spazio sicuro per fermarsi. Appena imboccata la strada per Lago, dopo poco vi è una piazzola in punto panoramico, la sosta è d'obbligo.
Si vede il punto di confluenza dell'Aveto nel Trebbia, peccato che l'acqua sia poca oggi!
Mi sdraio sul muretto, meglio tenere una gamba di qua, perché se dovessi cadere dall'altra parte rischierei di fare il zavorrino sulle moto che passano sotto!

Riprendiamo a salire, bellissima stradina ben asfaltata con tornanti e curve goduriose, all'uscita da Lago un paio di lepri zampettano allegramente lungo il ciglio.
Alla fin fine ci rimettiamo sulla strada che porta al Brallo.
Sosta caffè, prima di scendere verso Varzi, senonché vedo un'indicazione per Dezza, un pallino che mi perseguita da un po' di tempo.

Alp è un po' indeciso, dai dai, dovrebbe esserci anche qualche pezzo di sterrato; nuovo programma, se non mi sbaglio si scende a Bobbio; risaliamo per Pecorara, prendiamo la stradina per Pianello che ho cannato stamattina e andiamo a casa!
Finora ti sei sempre fidato delle mie idee estemporanee!

Ripartiamo, la strada s'inerpica subito stretta in una fitta pineta, che ti sembra di viaggiare sotto un bersò, anche la strada è molto stretta da fare con attenzione, a qualche bivio indicazioni su cartelli in legno non molto chiari, ora la strada è in piano, si esce dalla pineta e si entra in un bosco di latifoglie; la strada punta in discesa e l'asfalto finisce; mamma com'è in piedi, più o meno inghiaiata, con curve continue e tornanti, scagozzo, discesa di freno motore con un po' di freni, passando a destra e sinistra per dove è meno accidentato, fortunatamente incrocio un auto che risale cautamente in un punto ... largo.
Arrivati a Dezza riprende l'asfalto e la strada scende con buona pendenza con vista panoramica su Bobbio e la Val Trebbia.
Si sta facendo tardi, è meglio darsi una mossa!
Riprendiamo la strada per il Penice, deviano per la val Tidone, e ci buttiamo verso Pecorara per la strada divertente in un susseguirsi di curve viaggiando con passo allegro ma sicuro sui 60 km/h. Attraversiamo il paese, e troviamo senza difficoltà la giusta strada, un piccolo tratto con asfalto nuovo, poi il delirio! Rappezzi su rappezzi, buche, frane, fortunatamente il tratto non è lunghissimo, dopo circa un km si ritorna nella normalità; Si aggira la Rocca d'Olgiso e si arriva finalmente a Pianello V.T.

Riprendiamo la strada verso casa, dopo l'attraversamento del Po decidiamo per la strada d'argine, tratti sterrati si alternano ad altri con asfalto ammalorato, c'infiliamo sull'argine del Lambro, le stanghe sono aperte, con passo allegro lo percorriamo con attenzione sulle curve visto che tutto è abbondantemente inghiaiato; e infine di nuovo asfalto, siamo a casa.
Ordunque, percorso totale 310 km di cui 230 di curve, per oggi abbiamo dato!