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7 giorni in Tunisia - marzo 2025

Aperto da celvo, 22 Marzo 2025, 11:07:50

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celvo

Io, in compagnia solo dei miei 60 anni, un t700 quasi nuovo, pesantuccio per l'off road ma veloce nei trasferimenti su strada e parco nei consumi, con le sue belle scorpion rally nuove nuove.
Possiamo partire e tornare in Africa dopo tanti anni!

Giorno 1 Tunisi - Matmata
Dopo la traversata in nave di 24 ore, dopo essere sopravvissuto alla burocrazia doganale, dopo aver vagato nella notte tunisina alla ricerca dell'albergo, dopo solo 4 ore di sonno e una colazione da incubo, dopo aver saltato il pranzo per rispettare il ramadan (il benzinaio imam mi ha detto che devo farlo anch'io), dopo aver guidato in obliquo causa vento per 480 chilometri e due pieni di benzina, dopo aver fumato clandestinamente qualche sigaretta nascosto dietro ai guard rail (sempre colpa del ramadan), direi che la prima tappa fino a  Matmata, può considerarsi degnamente vissuta e raggiunta.

Giorno 2 Matmata - Ksar Ghilane
Oggi comincio dalla fine. Ksar Ghilane vent'anni dopo, inutile dire che è diverso. Ora l'asfalto arriva fino alle porte dell'oasi, c'è il 4g e un po' di modernità in più di allora. Lo immaginavo, ma volevo tornarci e rivedere le sue piccole dune. Parliamoci chiaro, qua è solo l'inizio del Sahara, il primo assaggio, niente a che vedere con altri viaggi che mi hanno portato dentro il deserto. Ma è sempre bello toccare la sabbia, sedersi e ascoltare il vento guardando il nulla. Pochi chilometri oggi, fatti con calma. Prima tra le montagne degli Ksar e poi sulla dritta striscia di asfalto (occhio all'invasione della sabbia!!) che taglia l'hammada fino a qui, dove arrivo alle due del pomeriggio e di nascosto mi riempio lo stomaco con tre datteri e un pezzo di pane "avanzati" dalla colazione. Per la cronaca: il mio ospite di ieri mi ha inaspettatamente offerto la ricca cena! Shukran.
E per finire piccolo spazio poesia:
Se chiudi la mano non stringerai che qualche granello, se la tieni aperta avrai tutta la sabbia portata dal vento.

Giorno 3 Ksar Ghilane - Tozeur
Il giorno della distopia. Cioè, uno viene in nord Africa, a marzo, e pensa di trovare giornate miti e cieli blu. E invece la giornata inizia con la pioggia, poche gocce va bene, e prosegue con cielo grigio padano e vento triestino. Avanti, sempre avanti. E arrivo allo Chot el Jerid, il grande lago salato, che le saline di Margherita di Savoia sembrano una pozzanghera a confronto. E qui cosa trovo? Tempesta di sabbia (e sale, a dar ascolto al sapore che sentivo in bocca nonostante casco sigillato e sottocasco a coprire naso bocca). Per una quarantina di chilometri visibilità praticamente nulla, vento assurdo che quando ho provato a fermarmi spingeva avanti me e la moto. Un'ora difficile, davvero. Ma ho tirato fuori l'istinto padano e pensando che fosse solo nebbia ho guardato avanti con fierezza celtica. E ad un certo punto intravedo un gruppo di fuoristrada italiani fermi a lato strada vicino ad uno di quei simil chioschi di souvenir che si trovano a metà lago. Dove ci sono stranieri ci scappa una pausa caffè e due chiacchiere, penso. E mi fermo. E così è stato, ma grazie alla famosa ospitalità siciliana ci sono scappati pure pane, formaggio e olive in questa sorta di bivacco improvvisato al riparo da sabbia e vento. E poi di nuovo in strada, io verso ovest, loro verso est. Km dopo km il vento cala, lo Chot si fa umido e la visibilità torna normale. E arrivato a Tozeur ricomincia la pioggia, ma sono arrivato. L'hotel è uno di quelli particolarmente kitsch, c'è una hall con una fontana che sembra una piscina olimpionica. Godo ad entrare in posti come questo pieno di sabbia e polvere! Graditissimo, appena finito il check in arriva un te alla menta ed un piatto di datteri. Guardo il tipo e gli chiedo: pas Ramadan? Lui mi guarda, mi fa un sorriso furbetto e se ne va.
E per finire piccolo spazio poesia:
Esistono luoghi dove non c'è assolutamente nulla ma proprio per questo lasciano tanto. Sono i luoghi del cuore. Ksar Ghilane è uno di questi luoghi.

Giorno 4 Tozeur - Tozeur
Oggi è il giorno della resa alla sorte. O la va o mi spacco. La pista Rommel è una diciamo "strada" che attraversa le montagne a nord di Tozeur. Quella volpe del deserto di Rommel la costruì una ottantina di anni fa per far passare più rapidamente le sue truppe da una parte all'altra delle montagne. Per chi ama girare in moto da queste parti è un must do. Certo, ci si informa sulle condizioni ma non si può mai sapere se il giorno prima c'è stata una frana, una alluvione, un qualsiasi inghippo che la rende impraticabile. Poi sempre pista è e quindi l' imprevisto è sempre in agguato. Già sulle strade normali c'è pochissima gente, qui proprio nessuno nessuno. Trovato grazie al gps l'inizio della pista mi fermo e valuto. Vado o non vado? Questo è il dilemma...
Fino ad oggi ho fatto il bravo, qui la tentazione è forte. Metto da parte la testa e seguo il cuore. Alla mia età quando mi ricapita di poter segnare anche questa tacca sul manubrio? E via, si parte! Lentamente con prudenza e senza correre. Bella bella bella! Vista stupenda sullo Chot el Jerid, peccato solo che il solito vento e la sabbia rendevano tutto offuscato. Solitudine, silenzio rotto dal suono del motore, qualche pausa contemplativa immaginando le colonne militari che passavano di qui, per andare dove poi non l'ho capito e alla fine la piccola moschea nel nulla che segna la fine di questa mia piccola avventura. Di qui rientro nel giro classico, quello delle oasi di montagna, Chebika e Tamerza. Bellissime e interessanti. Salto Mides perché si fa tardi e sono stanco. E gonfio di soddisfazione mi faccio altri 70 chilometri fino a Tozeur. Anche oggi mi sono meritato la merenda coi datteri.
E per finire piccolo spazio poesia:
Tunisini brava gente. Ma quanto cagano il caXXo le guide improvvisate!

Giorno 5 Tozeur - Kairouan
Questo è il giorno che segna l'inizio del rientro. Lascio alle mie spalle il deserto, quello strano deserto con colori sbiaditi vissuto in questi ultimi giorni. La sabbia è nelle tasche della giacca, nello zaino, nelle borse. Vi è entrata da sola portata dal vento, come se con insolenza volesse per forza diventare quella parte materiale del ricordo che ci si porta via dal Sahara. Non c'è più vento e prendo la via del nord, destinazione Kairouan. 300 km che riportano la mente sulle Murge: ulivi, mandorli e ancora ulivi. E tanti fichi d'india a contornare la strada. Praticamente è come guidare tra Altamura e Minervino. Attraverso una zona rurale interrotta da pochi paesi stranamente più animati di quel che si possa immaginare. Qui più che altrove si percepisce tanta povertà, ma tant'è, inutile fare sociologia su questa gente e questi luoghi. Sono così e saranno sempre così. A 100 km dall'arrivo il cielo si fa nero, tanto nero. A 70 km dall'arrivo eccola! La pioggia, e anche parecchia. Quando misi tra i bagagli la tuta antipioggia sorridevo: quando mai la userai  mi dicevo. E invece sì, l'ho usata. All'arrivo a Kairouan il cielo si schiarisce e dopo aver sistemato moto e bagagli in hotel mi godo una passeggiata verso il centro fino alla Moschea principale della città. Molto bella anche se vista solo da fuori perché chiusa ai visitatori nel pomeriggio. E domani si riparte!
E per finire piccolo spazio poesia:
La guida improvvisata di oggi starà ancora aspettandomi i davanti alla moschea. Italia - Tunisia 1-0

Giorno 6 Kairouan - Tabarka
E dopo chilometri e chilometri di steppe prima delle montagne del nord giacciono le rovine di Thuburbo Majus, antica città prima punica e poi Romana. Datata intorno al 200 d.c. conserva ancora interessanti architetture dei templi, del foro e di altri edifici pubblici. Da qui in poi si fa tutto inaspettatamente verde in questa Svizzera tunisina. E poi giù dalle montagne si arriva al mare a Tabarka, pochi chilometri dal confine con l'Algeria. L'albergo è decadente ed in più la sorpresa che il ristorante non funziona. Tocca scendere in centro e cercare un posto dove mangiare. Non c'è nulla a parte una specie di local fast food. Si chiama Casa Mia. Sono le 18:15, entro e chiedo a che ora si può mangiare. Al tramonto, alle 18.30. Mi siedo ed aspetto. In quei pochi minuti mi portano al tavolo una infinità di piatti senza che io chieda nulla. Ma non si può ancora iniziare, devo aspettare il via libera, il tramonto del sole. Ad un certo punto sento un botto, il segnale che per oggi il Ramadan è finito; il tipo in cucina e il cameriere tutti sorridenti mi invitano a iniziare, ho il permesso del profeta. E anche loro si siedono al tavolo vicino al mio e tutti contenti iniziano a divorare tutto ciò che hanno davanti. Ah, il ramadan...Mangio fino a riempirmi, tutto molto buono, meglio delle cene nei precedenti alberghi. 7 euro il totale del conto. Torno attraversando strade buie e deserte in albergo. E anche questo giorno finisce.
E per finire piccolo spazio poesia:
Il ramadan, il profeta mi spieghi il perché...

Giorno 7 Tabarka - Tunisi
Ultimo giorno in Tunisia. Da Tabarka a Cap Serrat e di qui a Cap Blanc, il punto più settentrionale dell'Africa.  Qui vengo assalito da 4 maranza motorizzati che vogliono sapere di tutto e di più del mio Tenerone. Ma quanto consuma, quanto costa, quanto va, quanti caxxi vostri vi potreste fare... M rapiscono il casco e si fotografano indossandolo seduti sulla moto. La mia moto. Preso dal disagio e dalla stanchezza sociale me ne sbatto le palle e gli accendo in faccia la Marlboro (perché il ramadan proibisce pure di fumare dall'alba al tramonto... tse col caXXo! ho rinunciato al pranzo fino ad ora ma le mie sigarette me le sono sempre fatte, di nascosto, ma me le sono fatte). Appena mi allontano dal mare tutto ridiventa verde e trovo numerosi bacini artificiali e dighe. Dopo Bizerta inizia il traffico della grande Tunisi che aggiro arrivando al porto de La Goulette da nord. Arrivo presto, attendo dove sono uscito dal porto all'arrivo. Ovviamente sono nel posto sbagliato. È prestissimo, tipo le 5 del pomeriggio, il check in apre alle 7 e mezza. Bivacco seduto a terra, defilato per evitare i rompicoglioXXi e attendere che arrivi qualcuno. Arrivano le 8 e mezza e non si vede nessuno.  Meno male che un rompicoglioXXi, santo in questo caso, mi dice che le partenze sono da un altra parte e provando a spiegarmi come arrivarci ma capendo che io non capisco mi accompagna col suo motorino all'entrata giusta. Sant'uomo!Iniziano le formalità doganali, lunghe come sempre. Ed ora devo solo attendere  di salire sulla nave e godermi cena e meritato riposo in cabina. Tse, col piffero! Iniziano ad imbarcare e all'ultimo controllo due doganieri in divisa, simpatici come un preservativo rotolato nella sabbia del Sahara è infilato nel mio orifizio, mi dicono che manca un timbro sul passaporto, quello di uscita della moto. Devo tornare indietro a farmelo mettere, il timbro. Ora, il porto di Tunisi è discretamente enorme ed in più stanno controllando chi è appena sceso dalla nave. Mi faccio due chilometri per tornare nella zona uffici, chiedo a più persone in divisa e non dove devo andare e ricevo più risposte, tutte diverse. Quando capisco che l'ultimo mi sta mettendo nella coda di chi arriva sento un leggero panico. Metto da parte il mio francese livello base e passo all'italiano. Non quello aulico e dantesco ma quello intriso di qualche parolina che serva a chiarire al meglio che mi hanno rotto il caXXo e mi dicano una volta per tutte dov'è devo andare a mettere il timbro. Funziona. Il doganiere coetaneo, solo nel suo gabbiotto, alza gli occhi dallo smartphone, prende il passaporto, il foglio verde mette il timbro e torna alla sua telenovela preferita. Mi rimetto in sella, altri due chilometri, sperando di non perdermi, arrivo alla nave. Sono saliti quasi tutti ed ora dopo l'ultimo sguardo al passaporto mi danno l'ok. Fine dell'avventura.
E per finire piccolo spazio poesia:
Sono vecchio e tendente al rincoglioXXimento, ero stanco, avevo fame. Certo, dovevo ricordarmi io di farmi mettere il timbro, come fatto in ingresso. Però, gentile doganiere che hai scarabocchiato il mio foglio verde mentre mi chiedevi con fare inquisitorio cosa avevo nella tasca della giacca e ti facevi mostrare la action cam, potevi anche ricordarmi di passare dal tuo collega a mettere 'sto timbro...

Christian

Ah, che invidia! Sono arrivato a leggere fino a Tozeur ... e sono invidioso lo stesso  hahaha  hahaha
Stasera continuo leggere.

Comunque nell'Islam, sono esclusi dall'obbligo di fare il Ramadan: donne incinte, vecchi e persone in viaggio.
L'idiozia umana non ha limiti

Marchinovis

Anche io non ho avuto tempo per leggere tutto ma ad occhio mi sembra il giro che feci io nel '90 col fuoristrada (a 4 ruote) meno faticoso ma altrettanto bello. Complimenti.  clap
Ps: mi sono ripromesso di farlo anche io in moto e prima o poi ci riuscirò , lo spero. :rock: 
Tessera FMI n.: 18/081959/M
<A HREF="http://s4.postimage.org/2l9x2t1lw/Io_e_la_2k1.jpg">Io e il Duekappa[/url]
Solo chi non immagina l'inimmaginabile non lo otterrà mai!

TurboLento

interessante, ma......neanche una foto??? :dubbio:
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 ==                     Milano                 ==
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celvo

Le foto devo ridurle se no non si riesce a caricarle.

Qui su YouTube c'è il video dell'intera pista Rommel

https://youtu.be/kT7-BeUoT0c?feature=shared

Cunningham

Citazione di: celvo il 27 Marzo 2025, 17:29:22Le foto devo ridurle se no non si riesce a caricarle.

Qui su YouTube c'è il video dell'intera pista Rommel

https://youtu.be/kT7-BeUoT0c?feature=shared
clap
CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE: Regala anche TU qualche Kw a quel cacatoio che è l'Africa Twin

Meissner

Citazione di: celvo il 27 Marzo 2025, 17:29:22Le foto devo ridurle se no non si riesce a caricarle.

Qui su YouTube c'è il video dell'intera pista Rommel

https://youtu.be/kT7-BeUoT0c?feature=shared
Visto video, molto bello, al 25' sosta sigaretta?
peccato per il ... telefono che rompe un po' le palle ed a volte non mi fa gustare tutto bene.
Per le foto, come si fa a ridurle? non fatemi lavorare troppo, se carico su drive e metto il link, va bene? uno può gustarsele appieno.

Meissner

Bello, Bello, Bello, letto tutto d'un fiato!

celvo

CitazioneVisto video, molto bello, al 25' sosta sigaretta?


:girrrr:  :ok: oh yeah!!! Merenda e sigaretta, abbastanza defilato direi, per il ramadan 😂